La signora delle camelie di Alexandre Dumas (figlio) ; recensione 

07.11.2023

Quelli che avevano amato Marguerite non si contavano più, e quelli che lei aveva amato non si contavano ancora.


La signora delle camelie ripercorre la drammatica vita di una prostituta, riprendendo un tema che ha assolto a diverse funzioni nella storia della letteratura. Per Alexandre Dumas figlio, la vita di Marguerite Gautier è un esempio per comprendere la falsità e l'immoralità della società francese del XIX secolo. La commiserazione dell'autore si scontra, infatti, con la crudeltà del moralismo borghese e di un sistema che si arricchisce con le prostitute e le abbandona quando non sono più in grado di produrre ricchezza.

Il titolo fa riferimento al fiore preferito della protagonista, sempre presente accanto a lei nelle uscite pubbliche, e il cui colore, bianco o rosso per cinque giorni al mese, sta ad indicare la sua disponibilità.

Il libro racconta la storia di Marguerite, una bellissima e richiestissima cortigiana di Parigi, malata anche lei di tisi, che accetta il giovane Armand Duval come amante e finisce per innamorarsi di lui. Quando la ragazza decide di voler cambiare vita, rinunciando al lusso e al divertimento che le offre Parigi per rifugiarsi con il suo amore in campagna, la loro vita tranquilla e felice viene ostacolata dal padre di Armand, deciso a voler "salvare" il nome di suo figlio dallo scandalo che ricadrebbe su tutta la famiglia, e dai creditori, che assillano la protagonista minacciandola di toglierle tutto. Marguerite sceglie quindi di sacrificare la sua felicità e la sua libertà e muore lontana da Armand. Le norme borghesi del tempo accettavano di buon grado la prostituzione, che rientrava perfettamente nella macchina economica, ma l'innamoramento non era previsto, rappresentava anzi uno scandalo e il pentimento della cortigiana era solo causa della sua rovina.

Il romanzo ricorda molto la storia di Manon Lescaut di Prévost e, infatti, lo stesso Dumas figlio ha definito 'La signora delle camelie' un adattamento ottocentesco dell'opera del 1731 dell'abbé Prévost. Qui però i ruoli si invertono, perché non è più il protagonista maschile a rinunciare al suo status sociale per seguire la sua amata in America, bensì è Marguerite che sacrifica la sua possibilità di riscatto per generosità. Dal punto di vista stilistico, la tensione narrativa costruita da Prévost lascia spazio ne La signora delle camelie a descrizioni puntuali e precise dei pensieri e delle sensazioni dei personaggi e a uno spaccato storico che fa parlare di Dumas come di uno scrittore realista.

La drammatica storia è raccontata da un narratore esterno che apprende le varie vicende dalla bocca del protagonista, disperato dopo essere venuto a conoscenza della morte di Marguerite, e alla ricerca di un libro, proprio Manon Lescaut, che le era appartenuto. Leggiamo ora l'incipit nel quale, prima ancora di conoscere Armand, il narratore viene a sapere di una vendita all'asta, durante la quale entrerà in possesso del libro e ci introdurrà i protagonisti.

" La vita è affascinante, mio caro, tutto dipende dalla lente attraverso cui la si guarda. "

Marie Duplessis: 

la dama che ispirò il romanzo 

Alexander Dumas nel 1844 al teatro dei Variétés, incontrò Marie Duplessis, una cortigiana che, come la stessa Margherita, viveva una vita di lusso grazie alle fortune dei suoi amanti.
Dumas e Duplessis hanno vissuto un'appassionata storia d'amore, durata un anno. 

In seguito, Marie morì di tisi.

La scomparsa precoce della donna e, soprattutto, il trattamento che la società aveva riservato alla loro relazione, spinsero Dumas a scrivere "la Signora delle camelie", che ancora oggi è considerata una vera e propria fotografia della Francia ottocentesca. 

Marie Duplessis nacque in un mondo di estrema povertà come Alphonsine Plessis, cognome al quale aggiunse poi l'aristocratico Du-.

Marie Duplessis trascorre la sua infanzia in Normandia, a casa di un padre violento e alcolizzato, che pare la costringesse a prostituirsi per accaparrare del denaro per la famiglia. Già da adolescente inizia a lavorare prima come cameriera d'albergo, poi in una fabbrica di ombrelli. Riesce ad abbandonare la casa del padre andando a Parigi, dove viene salvata dalla sua bellezza, charm e grande intelligenza. In breve tempo diventa l'amante del proprietario uno dei più rinomati e celebri ristoranti della città, che le mette a disposizione un piccolo appartamento dove può iniziare la sua nuova vita.

Il suo fascino e la sua intelligenza sono tali che quando conosce Agénor de Gramont, duca di Guiche e parente di Napoleone, esponente dell'alta aristocrazia parigina, egli se ne innamora perdutamente, incurante dello scandalo serpeggiante. Al suo fianco, non è più la povera ragazza dalla Normandia, ma la regina del demi-mond, donna di gran classe e destinataria di molte invidie. In breve tempo, infatti, la tenacia e l'ardore le permettono di imparare a cantare, suonare il piano e leggere un gran numero di libri, elevando il proprio livello culturale e potendo tranquillamente partecipare ai migliori salotti parigini senza imbarazzi d'argomenti. È la prima fra tutte le lorette, molto più di banali cortigiane o prostitute d'alto bordo, le donne galanti che possedevano un certo stile, secondo la definizione di Roqueplan, che nel 1840 aveva coniato il termine. 

Nell'atelier di Vienot, in rue de la Victorire 92, si fa realizzare un glorioso ritratto, un po' per la vanità di avere il ritratto in sé, un po' perché lo studio dell'artista era uno dei luoghi di ritrovo dei migliori rappresentanti del bel mondo parigino. Con Alexandre Dumas, figlio, ha una storia di più di un anno, che lascerà un tale segno nel giovane scrittore da portarlo a immortalarla nel suo romanzo La dama delle camelie – una guardarobiera dell'Opera aveva infatti soprannominato così Marie, per via del fatto che fosse solita indossare una camelia bianca all'occhiello, sostituita da una rossa nei giorni dell'indisposizione femminile, messaggio per i propri corteggiatori.

Tutto ciò che di romantico, misterioso, commovente e straziante ci sarebbe da dire su di lei è già stato detto da Dumas e da una trasposizione teatrale che suscitò un certo scalpore. Destino volle che a una delle repliche assistette Giuseppe Verdi, rimanendone talmente incantato da trarne un'opera lirica: il 6 marzo 1853 andava in scena alla Fenice di Venezia La Traviata.

La storia di Marie Duplessis finisce presto. Nonostante gli innumerevoli amanti e spasimanti, che mantenevano il suo alto-borghese stile di vita, morì da sola, a ventitré anni, di tifo. Neanche un mese dopo la sua morte, venne organizzata una vendita all'incanto dei suoi beni, disposta per risarcire i numerosi creditori. Non si trattava tanto di una semplice asta per pagare i creditori, né una mera faccenda di compravendita. Era l'estremo tentativo di possedere e tenere per sé una parte di una donna che, quando in vita, nessuno era mai riuscito ad afferrare, rendendola eterna appena ventiquattro giorni dopo la morte.


L'immoralità borghese 

La signora delle camelie oltre ad essere una dolorosa storia d'amore è anche un romanzo di denuncia borghese.

 Le norme borghesi del tempo accettavano di buon grado la prostituzione, che rientrava perfettamente nella macchina economica, ma l'innamoramento non era previsto, rappresentava anzi uno scandalo e il pentimento della cortigiana era solo causa della sua rovina.

Nel romanzo sono condannate le relazioni amorose tra cortigiane e nobili, tanto che la storia di Margherita e Armando avrà un risvolto tragico.
Oggi non è più la morale della borghesia a classificare le persone, ma lo fa un pregiudizio sociale che vede le differenze culturali, religiose e di orientamento sessuale come impedimento per unioni e matrimoni.

Ma come Alexander Dumas e Marie Duplessis e come Margherita e Armando, ci hanno dimostrato, l'amore è quel valore universale, che trascende il tempo e non conosce preconcetti, logica o classi.

La storia d'amore, come altre che l'hanno preceduta, può essere letta ancora senza il rischio di percepire il peso del tempo. Perché si tratta di un racconto concreto e preciso, e racconta di un amore sincero. Ma sono altri i temi che rendono "la Signora delle camelie" un testo valido ancora oggi.

L'accettazione di sé stessi e la volontà di andare oltre l'apparenza per poter conoscere davvero qualcuno, sono la spina dorsale che regge e fa nascere il rapporto tra i due protagonisti. In una società classista, dove il mostrarsi al meglio, l'essere di bell'aspetto, ben vestiti e curati è essenziale per essere considerati e avere una vita più tranquilla. Dove i difetti fisici e le debolezze non sono ammessi, indossare una maschera è l'unico modo per sopravvivere. Anche quando vivere davvero significa togliersi la maschera, spogliarsi della perfezione e dare respiro ai sentimenti.

Oggi, in un certo senso, viviamo delle stesse sensazioni. I social sono la nostra borghesia. Online ci mostriamo al meglio, per sentirci apprezzati e costruirci una vera e propria identità. Ma non sempre c'è chi riesce ad andare oltre.



L'ho letto tanto tempo fa a scatola chiusa, sapevo a grandi linee fosse una bella storia ma non credevo davvero potesse riempirmi il cuore e frantumarmelo così tanto allo stesso tempo. Se parlo di lacrime a FIUMI per il finale nemmeno esagero, mamma mia quanto mi ha devastato, uno dei tanti finali che non volevo leggere ma che almeno mi ha permesso di innamorarmi del libro e di gran pezzo di donna che è Marguerite, perché lei è una donna coi controcazzi, se mi è permesso. Vissuta nel lusso e nella miseria  ha ha deciso di superare l'ipocrisia borghese che la circondava e riavere l'innocenza e la purezza che aveva prima. Donne destinate ad essere al centro degli sguardi e del desiderio, ma solo a patto di un breve passaggio, per spegnere poi le proprie vite nella grigia solitudine della fin troppo rapida vecchiaia della bellezza, spesso in miseria e dimenticate da tutti. Donne sempre sole, circondate da parassiti disposte ad aiutarle con solerzia per la durata della loro buona stella, ma pronti con altrettanta rapidità ad allontanarsi nel momento della disgrazia.



a cura di Elsi 

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